Coletti: “Siamo con poca cattiveria”

Le parole di mister Tommaso Coletti post gara Foggia-Avellino

“Dispiace perché abbiamo cercato di portare la partita anche sotto un piano caratteriale, l’ abbiamo impattata alla grande, però poi sono venute fuori le nostre fragilità, c’è bisogno di una cattiveria diversa, sono molto dispiaciuto perché vedo da parte loro l’ impegno, però c’è poca cattiveria. Mancano uomini anche, avevo uomini e cambi contati, si è cercato di tirar fuori il meglio che avevamo, la partita fino all’ 1-0 potevamo fare anche il 2-0, però errori individuali ci fanno perdere la partita, tutto troppo facile è come se mettiamo l’ osso in bocca al cane, siamo troppo fragili, c’è da abbattersi fino alla morte. Salines ha preso un colpo all’ occhio e vedeva sfocato, non aveva senso continuare a farlo giocare. Non è un problema di gioco, non ho visto che con il gioco ci hanno messo in difficoltà, i goal vengono da disattenzioni e quello fa la differenza, ho chiesto una guerra una battaglia ai miei giocatori, però forse non sono riuscito a trasmettergli bene la mia cattiveria. Quello che ho fatto da calciatore qui è il passato, però io penso che chiunque ha passato nella sua vita momenti così brutti, cercare di curare tutti i dettagli perché così non va. Io sono nelle mani della società, è scaduta la mia proroga e accetterei ora qualsiasi decisione della società. Noi cerchiamo di mettere i giocatori forti cercando di tirare il meglio, secondo me questa squadra con qualche innesto può dire la sua, io questa partita l’ ho preparata molto sul piano caratteriale e se non si viene meno su questo aspetto, la partita va in maniera diversa, c’è una fragilità in questo momento che va cambiata, va cambiata la mentalità, io da giocatore avevo la rogna, però ora anche se la società cambia allenatore, sono certo che chiunque si potrà sedere in panchina del Foggia avrà difficoltà, perché manca la cattiveria, bisogna alzare l’ intensità, bisogna fare per me step by step, pensare ora al Francavilla, andare a fare un’ altra guerra. Per me questo modo di giocare di porta dei vantaggi, è normale che ci vogliono i giocatori, siamo corti sotto il punto di vista dei cambi e dei giocatori offensivi, ma per ogni tipo di gioco c’è bisogno di tempo, io non ho la mentalità difensiva, perché ho avuto anche Roberto De Zerbi che mi ha aperto la mente, io studio per fare un calcio offensivo”.

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